Infinity Between Notes – Concerto – Buona la prima!

Di Isabella Gatti

Nell’aula magna del Liceo Giulio Cesare lo spettacolo dell’ottava Notte Nazionale del Liceo Classico si è aperto con i saluti del Dirigente Scolastico Paola Senesi, seguiti da un intervento dell’ideatore dell’iniziativa e nostro speciale ospite Rocco Schembra, docente del Liceo Gulli e Pennisi di Catania. 

Dopo il saluto iniziale dei rappresentanti degli studenti Cinzia Riviello e Lorenzo Carlino c’è stata l’emozionante esibizione dal vivo del cantautore Francesco Rainero, autore di tutti gli “inni” della Notte. La sua voce accompagnata dalla chitarra ha ufficialmente aperto il concerto: sul palco, che mutava aspetto velocemente a seconda degli artisti che si sarebbero esibiti, con cambi repentini di “scena”, si sono susseguiti velocemente tanti talenti diversi introdotti, e talvolta intervistati, dai presentatori della Notte Isabella Gatti (io) e Luca Ceccaccio. 

Il ringraziamento va innanzitutto alle due studentesse referenti della musica e della danza, rispettivamente Ambra Moldoveanu e Fabiola Cappella, che con pazienza e passione hanno dedicato molte ore all’organizzazione del concerto e delle coreografie. Ma fondamentale è stato il contributo delle professoresse Enrica Garbini, Francesca Cocciolo e Anna Tudini, che, da dietro le quinte, vegliavano sugli artisti.

Sul palco del Giulio ci siamo sentiti a casa. Grazie alla Notte abbiamo avuto la possibilità di vivere la scuola diversamente, non più seduti tra i banchi, ma da un palcoscenico!

Ma per chi non c’era, proverò a riassumere la Notte, magari invogliandovi a sedervi tra il pubblico l’anno prossimo.

Dopo un’esibizione da “brividi” delle ragazze della IF sulle note del brano vincitore della settantunesima edizione del Festival di Sanremo, siamo passati velocemente alla musica classica di Debussy, interpretata da Vincenzo Bossone. Vincenzo, figlio di un direttore d’orchestra, ha incantato tutta l’aula magna con la sua esibizione travolgente. Vincenzo non solo sa interpretare bene, ma, insieme alla fedele amica Cecilia Maldone, anche lei figlia d’arte, si è dedicato alla composizione musicale. I due, compagni tra i banchi e nella musica, ci hanno fatto ascoltare il loro inedito “Funamboli nel buio” consentendoci di assaporare il loro mondo. 

Ma i talenti del Giulio non finiscono qui!

Entra sul palco una nuova protagonista della serata: la chitarra. Le sue corde, pizzicate sapientemente da Sofia Giustini Capiati, hanno risuonato dolcemente tra il pubblico. 

Spesso si sente dire che chi frequenta il classico non riesce a portare avanti nessun’altra passione. Gli studenti del nostro liceo, invece, ci dimostrano che non è così. Grazie a costanza, passione e tanta determinazione alcuni di loro riescono a conciliare lo studio delle cosiddette “materie morte” con lo studio del proprio strumento. Come Giovanni Francescangeli, alunno del Conservatorio di Santa Cecilia, che ha poggiato le sue dita sui tasti del pianoforte fin da bambino. Durante la nostra Notte, ci ha cullato sulle note di Chopin, interpretando con maestria un suo notturno. 

Ma ecco che subito il palco cambia e ci tuffiamo in un altro genere, l’hip-hop. Le ragazze del IG che hanno aderito al progetto “Spazio Danza” hanno risvegliato il pubblico su un’energica coreografia di Fabiola Cappella. 

Viaggiando ancora tra pianoforte e chitarra, Matilde Coci ci ha presentato il suo amato violino, facendoci assaggiare lo studio della musica classica di Seitz. Anche lei frequenta il conservatorio e ha già le idee chiare sul suo futuro. Seppur esile e delicata, ha stregato tutti in sala… ovviamente si trattava di magia bianca!

Esibizione dopo esibizione, applausi dopo applausi, passiamo ai prossimi artisti! 

Lei, Ambra Moldoveanu, ha una voce tagliente come il diamante, lui, Stefano Hermanin si muove con maestria tra piano e chitarra… la loro esibizione è stata semplicemente superlativa. 

Ora, sul palco i ballerini Fabiola Cappella e Ludovico D’Aquino. I due hanno unito nella loro coreografia i propri mondi, rispettivamente l’hip-hop e la break dance. Due mondi vicini, ma diversi, che hanno saputo fondere alla perfezione!

Ma ancora tra musica e danza il tempo è volato… quando ci si immerge dentro l’arte nemmeno ci rendiamo conto dei giri veloci delle lancette. 

Molti artisti si sono esibiti più volte con pezzi diversi, vogliosi di contribuire nel dimostrare la vivacità culturale del Giulio! E così, siamo giunti al termine della prima parte del concerto. 

Mentre cercavo di accaparrarmi qualcosa da mettere sotto i denti, pensavo alle opportunità che la nostra scuola ci ha offerto in cinque anni. Tra poche settimane io entrerò nei corridoi del nostro liceo per svolgere il tema di maturità e il giorno dopo abbracciando il mio fedele vocabolario per tradurre per un’ultima volta delle parole latine, che mi auguro, alla fine delle sei ore, abbiano un senso. Ho ripensato a tutte le avventure vissute tra le mura del Giulio: le risate e gli sguardi di intesa tra i banchi, le corse al bagno prima della ricreazione per controllare che ogni capello fosse al proprio posto, il fiatone dopo i tre piani di scale, le litigate in classe e il cuore in gola prima di quell’interrogazione tanto temuta. Grazie Tredici!

Ho ripensato alle lezioni frontali, a quelle, invece, presentate da noi studenti e poi alle videolezioni… già, anche due anni di DAD abbiamo vissuto. Ora che invece possiamo vedere gli occhi dei nostri compagni dal vivo e non più pixelati, ora che possiamo soffrire il freddo quasi paralizzante di inverno in mezzo alla corrente della porta e finestra aperte e il caldo torrido di maggio capisco quanto il COVID ci abbia rubato. Quanti cambi dell’ora non avremo più indietro…

Ma la Notte è stata per me la cerimonia che ha sancito la nostra ripresa e il nostro riscatto: abbiamo dimostrato che gli studi classici sono più vicini a noi di quanto crediamo, che le “lingue morte”, in realtà, siamo noi a renderle vive. Forse è proprio questo ciò che più ho amato in questi cinque anni di liceo: ho amato imparare l’attualità del greco e del latino e la familiarità del pensiero di alcuni filosofi, ho amato riscontrare in ciò che mi circonda le leggi della fisica e le strutture chimiche. Perché è straordinario sentirsi vicino a chi è vissuto centinaia di anni fa, schierarsi dalla parte di Antigone o dalla parte Creonte; è elettrizzante capire che sono i ponti di solfuro della struttura terziaria delle proteine a determinare la forma dei nostri capelli ed è soddisfacente inquadrare un’opera d’arte mai vista prima e, magari, spiegarne un’altra alla propria famiglia. 

Insomma – e mi rivolgo soprattutto a chi ha appena iniziato o chi deve ancora iniziare – il liceo classico non è solo frasi da tradurre e regole grammaticali da imparare a memoria; non fatevi intimorire dalla mole di studio che bisogna fare, ma tenete duro, collezionate i tre alle versioni, e con tanta costanza e impegno arriverete alla parte più bella! 

Ecco… il mio flusso di pensieri mi ha allontanato dai miei doveri. Quasi mi perdevo l’inizio di Orfeo e Euridice, messo in scena dal IIB. Bravissimi!

Subito scaletta alla mano e si riparte! 

Musica classica, musica moderna, musica contemporanea… pianoforte, chitarra, violino, voce… quanta varietà!

Anche musical! Grazie a tre artisti che ci hanno immerso negli studios americani con l’iconico brano “City of Stars” colonna sonora del film La la land. Cecilia, Stefano e Vincenzo, Broadway vi aspetta!

È stato un sincero piacere presentare anche ragazze del ginnasio, ho ammirato il coraggio di Mariasole, Elisa e Valentina… io ho aspettato cinque anni prima di salire sul palco! Complimenti!

Poi, con un nodo alla gola, è giunto il momento di presentare l’ultimo assolo di Fabiola Cappella. Fabi è una veterana ormai, il suo talento e la sua passione la spingono a dare sempre di più. E anche quando sbuffa per il troppo lavoro che ha da fare per rendere perfetta ogni esibizione, si vede in lei la voglia di fare. La danza per lei non è solo un’attività pomeridiana o la giusta dose di sport settimanale, è molto di più. Per te, Fabi, è un porto sicuro in cui rifugiarti, ma anche la tua chiave per farci entrare nel tuo bellissimo mondo. Il tuo talento e la tua bravura mancherà al Giulio!

Ma dopo un po’ di commozione, ripartiamo subito con le prossime esibizioni, ahimè le ultime. 

Eccoci così, Luca ed io, pronti a salire sul palco per presentare l’ultimo brano: pianoforte e voce. Stefano Hermanin ha, in realtà, accompagnato tutti noi nel cantare con orgoglio “Giulio Cesare”, scritta dal nostro compagno di scuola Antonello Venditti. Ed ecco il secondo nodo alla gola che sale mentre canto a squarciagola “nasce qui da te… qui davanti a te… GIULIO CESARE!”. 

E il Giulio, dopo due anni di pandemia, è rinato con tanta voglia di dimostrare e crescere, forte di quel “coraggio di quei giorni miei” che tutti noi studenti, chi prima chi dopo, viviamo, pronti a ricantare con fierezza anche se “certo cambiati, un po’ diversi” gli inni del nostro Liceo.

Tra musica, danza, teatro, divertimento e un po’ di commozione i minuti sono passati in fretta e la serata si è conclusa con una buonanotte e un arrivederci… ci vediamo l’anno prossimo!!

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