I Passati anni 50 del 900 i futuri anni 50 Del 2000

di Marcella Arena

Sesso droga e amore. Questo incipit forse vi ricorda la santa trinità degli anni cinquanta/sessanta, sesso droga e rock’n’roll, dal quale i Rolling Stones assunsero il loro leggendario nome, eppure queste triadi apparentemente simili simboleggiano due ambienti e due momenti incompatibilmente distanti tra loro, non solo nel tempo. Sregolatezza, anticonformismo, rottura con la morale e costumi, desiderio di ebbrezza e di gioiosità; questo era il sentimento che correva nel sangue degli animi turbati e turbolenti degli anni del grande boom economico. Proprio a questa esigenza d’indipendenza morale rispondeva con straordinaria verve artistica la musica in quegli anni, tant’è che sesso droga e rock’n’roll esprime una liberazione volta all’edonismo e alla fuga dagli ambienti convenzionalmente accettati. I Rolling Stones, I Beatles, i Queen, Elvis Presley, Chuck Berry; lo spirito rock era incarnato da queste personalità, che con le loro peculiari diversità, rappresentano non solo un’epoca ma un pezzo di storia straordinaria.

Il modo in cui è stato definito all’inizio il nostro più moderno Sesso, droga e amore non è un’espressione che rappresenti o incarni qualche ideale, vuol essere più che altro un modo schematico per raggruppare le tematiche di questi nuovi fenomeni trap. Il sesso esplicitato e raccontato in modo volgare (spesso anche maschilista) e banale, la droga a volte inserita come marginale sfondo a testi che non ne valorizzano la problematica e l’amore che ormai anche se solo in una frase scollegata è inserito in qualche modo in tutte le canzoni. Lo squallore, la bassezza e la volgarità con cui questi trappisti esprimono le loro idee non rendono soltanto priva la musica della sua bellezza (in fondo di canzoni brutte ne esistono tante) ma la sporcano di un colore che ne annienta la forza comunicativa. Il Sesso droga e rock’n’roll non ha simboleggiato solo un periodo della storia della musica, ha simboleggiato un periodo nella storia del mondo, un’ideale di vita che caricava la musica di una passione che traducendosi in espressività, creava dei veri e propri capolavori. La critica non è rivolta agli animi di questi trapper-artisti ma alla scelta del loro messaggio e del modo di veicolarlo. Tuttavia ad una più attenta analisi forse questi temi e questo trap rispondono a qualcosa, forse rispondono all’idea che al giorno d’oggi tutti possano fare tutto, che i soldi non siano associati al sudore o alla passione ma alla capacità di rendersi furbi, seguendo i trand e abbindolando masse di milioni di fan. Forse quindi mi chiedo se il problema musicale non risponda ad una forte crisi culturale. Vi chiedo dunque, pronostici per la musica dei nostri anni 50?

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