ALL’ALTRO CAPO. LETTERE DAGLI STUDENTI CHE SVOLGONO L’ANNO ALL’ESTERO UN’ESPERIENZA NEGLI STATI UNITI

di Anastasia Suglia, 2G

Sto vivendo questo anno negli Stati Uniti, grazie a un programma di scambio culturale.

Frequento la Williamsville South High School, si trova a Williamsville (Buffalo). In questo primo periodo sto frequentando ginnastica, inglese, draw and painting (arte disegno), fisica, chimica, algebra, psicologia e storia americana. Durante il secondo periodo seguirò le stesse materie, con la differenza che al posto di psicologia farò sociologia.

È un’esperienza unica e inimitabile. Solo tra i sedici e i diciotto anni si può infatti avere la possibilità di vivere a pieno la vita all’interno dell’highschool, con le emozioni e l’entusiasmo di un adolescente. A mio parere un Erasmus universitario o un semplice viaggio in famiglia, per lavoro o con degli amici, non potrà mai sostituire quest’esperienza. La vita all’interno dell’highschool si può infatti vivere una volta sola, mentre un viaggio si può ripetere sempre. Indipendentemente dal Paese che si sceglie di esplorare, è l’esperienza ciò che realmente conta.

Per quanto però riguarda la vita in America, ci sono davvero tante differenze, anche se sembra tutto così normale. Mi sono ambientata molto velocemente, probabilmente facilitata dall’idea di vita negli Stati Uniti fornitaci dai film e dalle serie TV a cui siamo abituati sin da bambini. Nonostante questo sfondo cinematografico e la globalizzazione che facilitano l’integrazione, si possono scovare differenze in ogni singolo dettaglio.

Tutto è apparentemente più grande, basta pensare alle strade o alla porzione del gelato così come quella del caffè.

Il modo di mangiare non segue affatto la nostra dieta mediterranea, bensì vi è un maggior consumo di carboidrati, burro e latte, rispetto a quello di frutta o verdura. Qualsiasi pietanza è condita con salse, che contribuiscono a rendere il cibo più grasso. È come se per loro fosse tutti i giorni festa o un momento speciale in cui potersi concedere qualcosa in più.

La più grande differenza la si può però riscontrare nella scuola. Utilizzano infatti un sistema educativo completamente differente da quello a cui noi italiani siamo abituati. Sono focalizzati maggiormente su un apprendimento in classe, attraverso schede, attività e laboratori, per poter facilitare lo studio individuale a casa e renderlo più mirato.

Passando invece alla differenza più immediata e forse anche più nota, bisognerebbe parlare della struttura scolastica. Ogni alunno possiede un proprio armadietto, vi è una stanza dedicata alle entrate e alle uscite fuori dal regolare orario scolastico, così come un’infermeria o degli altoparlanti per i vari annunci durante la giornata; è possibile anche notare polizia all’interno dell’edificio scolastico vicino alle entrate principali. A questo proposito, come noi facciamo le prove antincendio o per i terremoti, qui, oltre alle prime, si esercitano anche nel caso ci fosse un attacco armato all’interno della scuola.

Un grande cambiamento è nella suddivisione delle giornate scolastiche, che non seguono i giorni della settimana (lunedì, martedì, etc.), bensì vengono contati i giorni da 1 a 6 (Day 1, Day 2, …) e ogni volta ricominciano. Ciò vuol dire che se nella prima settimana il Day 1 cade di lunedì, nella seconda sarà di martedì e così via.

Per raggiungere o lasciare l’edificio scolastico viene fornita la possibilità di utilizzare il classico bus giallo che possiamo vedere in quasi ogni film adolescenziale americano. Questo è davvero molto utile, dal momento che qui il sistema di trasporto pubblico non è sfruttato quanto a Roma e vi sono solo pochi percorsi. Questo implica il dover usufruire praticamente sempre della macchina per muoversi, dal momento che le stesse distanze a piedi o guidando sono differenti. Per esempio per raggiungere la mia scuola partendo da casa, andando in macchina impiego solo dieci minuti, ma se volessi andare a piedi invece me ne servirebbero quaranta.

Vorrei concludere con quanto ho notato fin dal primo momento nel loro modo di fare. Si può infatti percepire una politica di gentilezza e non giudicante. È qualcosa a cui loro tengono davvero molto, di cui parlano spesso e che cercano di coltivare e di trasmettere soprattutto nelle scuole.

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