La ‘bellezza del matrimonio’ e la polemica sul Congresso Mondiale delle Famiglie

Il XIII Congresso Mondiale delle famiglie è cominciato ieri, 29 marzo, e terminerà il 31. Il WCF (World Congresso of families) si pone come obiettivo primario quello di proteggere e affermare il valore della famiglia naturale, riconoscerla in quanto fondamento della società contemporanea. Quest’anno è stata scelta Verona come sede del congresso: la città “dell’amore” ha dimostrato nel tempo una particolare attenzione alla tematica proponendo varie attività in difesa della famiglia naturale e contro la legge sull’aborto del 1978. I temi trattati spaziano dal matrimonio e la sua bellezza, la figura della donna tra passato e presente, fino ad arrivare all’ambito giuridico e le norme attuate a riguardo. I colori simbolo della giornata saranno il rosa e l’azzurro, proprio per evidenziare e sottolineare il valore della distinzione dei generi che è alla base dell’iniziativa.

Le polemiche che sono nate in questi giorni hanno toccato molti dei politici che oggi ricoprono un ruolo importante in Italia. Per primo il Vice Premier Matteo Salvini ha confermato la sua adesione all’iniziativa, con lui anche il Ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, il Governatore della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco Federico Sboaina. “In Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi sei milioni di bambini e ne sono stati salvati 200 mila – ha detto Massimo Gandolfini portavoce del comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ -. Li ha salvati ad esempio il Movimento per la vita. Ecco lo Stato ha tradito se stesso”. Gli esponenti dell’estrema destra credono che il Congresso sia un’occasione per riaprire il dibattito sulla legge dell’aborto che ritengono sbagliata e immorale. “Polemica costruita sul nulla dalla sinistra”, così Matteo Salvini ha tentato di nascondere le critiche e le polemiche che ha incontrato, senzaperò riuscire a fermare la stampa ancora agguerrita verso i sostenitori del Congresso. Si stanno infatti preparando le contromanifestazioni di tutti coloro che hanno deciso di scendere in piazza per contrastare l’idea del congresso, tra queste l’associazione ‘Non una di meno’ che ha scelto Verona come città transfemminista per ribadire le libertà e le conquiste che la donna ha ottenuto nel tempo, per tutelarla e per tutelare le famiglie di tutti i tipi.

Maria Letizia Salvio

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