Bocca di rosa di Fabrizio de André: riflessioni su un’outisider

Luca Gentilucci , ID

L’argomento più ricorrente tra le canzoni, i quadri e qualsiasi altra forma d’arte è di certo l’amore. Considerato da alcuni il motore dell’umanità, l’amore è il sentimento che non conosce confini, che tutti hanno la possibilità di dare e di ricevere.

Noto per la sua forza travolgente, anche se incarnato in uno dei ruoli meno nobili che è possibile trovare negli anni sessanta del Novecento in un quartiere di Genova, riesce a distruggere l’ordine e al contempo dipingere un quadro della società del tempo.

Nell’album Vol 1°del 1967 Fabrizio de André raccontò la storia di Bocca di Rosa.

Bocca di Rosa, arrivata nel paesino di Sant’Ilario, si intratteneva con tutti  gli uomini del quartiere, senza curarsi se fossero sposati o meno, mossa solamente dalla passione :«C’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione, Bocca di Rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione».

Anche le mogli di coloro che rimanevano invaghiti da Bocca di Rosa si infuriarono con la ragazza, che tutto d’un tratto spostò il baricentro dell’ira e del malcontento delle comari che, una volta appreso ciò che essa dava, impazzirono, «e fu così che da un giorno all’altro, Bocca di Rosa si tirò addosso, l’ira funesta delle cagnette, a cui aveva sottratto l’osso».

Ad entrare in scena è una vecchia, senza marito e senza figli, che probabilmente si rivedeva nella libertà d’animo di Bocca di Rosa, e non si limitò ad apostrofare le comare del paese, dandogli infine un buon consiglio, ovvero quello di riferirsi alle istituzioni.

«Si sa che la gente dà buoni consigli se non può dare il cattivo esempio».

Il solo amare di Bocca di Rosa fotografa l’altra sgradevole realtà. «Spesso gli sbirri ed i carabinieri, al proprio dovere vengono meno, ma non quando sono in alta uniforme, e l’accompagnarono al primo treno».

La critica riportata dalla penna di De Andrè va a toccare il corpo di polizia e carabinieri che agiscono solamente in base a quanti occhi hanno puntati addosso e se la cosa li riguarda in prima persona, non sempre come dovrebbe accadere quando c’è una scorrettezza.

Ultima – ma non per importanza– verità, rivelata dall’avvento di Bocca di Rosa, è il falso credo messo in atto da alcuni rappresentati della Chiesa.

Dopo essere stata cacciata dal primo paesino, una volta arrivata alla nuova stazione, ad attenderla è una folla ampia di persone entusiasta dell’arrivo della ragazza. Tra questi anche un parroco che subito se la affianca insieme ad una verginella, tenendosi vicino «l’amore sacro e l’amor profano».

Da outsider Bocca di Rosa, fornendosi della potenza dell’amore, offre un punto di vista diverso ed inusuale tanto da smascherare aspetti tragici della società nascosti sotto un  velo di apparente ed illusorio ordine, che è ciò che le persone vedono oppure solo ciò che vogliono vedere.

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