Renzi ritira le ministre: inizia la crisi di governo

Risale a inizio dicembre la prima minaccia concreta di Italia Viva alla stabilità del governo, dopo un anno e mezzo di burrascosa collaborazione con i compagni di maggioranza. Dopo un climax crescente di tensioni tra i vertici di Iv e Palazzo Chigi, il 13 gennaio Matteo Renzi, leader di Iv, annuncia una conferenza stampa in cui illustrerà le decisioni prese riguardo il prosieguo dell’esperienza di governo. Durante il pomeriggio vanno avanti con difficoltà le trattative tra gli sherpa di Pd e 5 Stelle per riuscire a trovare un punto di accordo in extremis con gli esponenti renziani. Conte dopo pranzo sale al Colle dal Presidente della Repubblica Mattarella. “E’ un colloquio informativo” rassicura Conte, mentre a piedi torna verso Palazzo Chigi, “il presidente si augura che questa situazione di incertezza finisca velocemente”. Riguardo alla possibilità che Iv ritiri le sue due ministre, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, il presidente del Consiglio non si sbilancia, “mi auguro che non si arrivi a tanto” afferma, lasciando intendere che il dialogo è ancora aperto e che la crisi di governo non è del tutto scontata. Passano alcune ore, la conferenza di Renzi, prevista per le 17:30, viene rimandata. Il senatore toscano si presenta in una sala di Montecitorio quasi un’ora dopo, intorno alle 18:20, accompagnato dalle ministre Bellanova e Bonetti e dal sottosegretario Ivan Scalfarotto. L’annuncio tanto atteso non tarda ad arrivare: gli esponenti di Italia Viva lasceranno l’esecutivo. Le motivazioni sono molteplici: Renzi accusa Conte di protagonismo sui social e di incuria nella gestione delle più centrali decisioni, per esempio gestione dei soldi del Recovery plan. Secondo il leader di Iv, la bozza di Recovery approvata il giorno prima in tarda notte dal Consiglio dei ministri non sarebbe stata prima sufficientemente discussa e Conte non l’avrebbe neanche letta. Inoltre sul tavolo rimane la controversa questione Mes, che i 5 Stelle sono assolutamente avversi ad utilizzare, mentre Iv spinge per un suo immediato utilizzo. A chi gli domanda se non sia un’azione irresponsabile aprire una crisi in questo momento, Renzi risponde “non possiamo fermare la democrazia con la scusa della pandemia”. Nonostante i durissimi attacchi all’esecutivo e al presidente del Consiglio, il senatore non sbarra mai la porta ad un possibile rientro in maggioranza. Anzi, più volte Renzi specifica che Italia Viva è pronta a collaborare attivamente, in primis votando le misure per il contenimento del contagio e lo scostamento di bilancio. Paradossalmente chi invece sembra voler chiudere nettamente la porta ad un rimpasto con Iv sono Pd e 5 Stelle. In serata gli attacchi a Renzi si moltiplicano da parte di autorevoli esponenti dem e pentastellati. Tutti quanti sembrano stringersi attorno a Conte, condannando l’irresponsabilità e l’avventatezza di una crisi aperta nel momento più difficile della storia repubblicana.

Questo scenario porta a delle conseguenze imprevedibili riguardo alla tenuta della maggioranza. L’unica cosa certa è che nessuno in questo momento vuole la fine della legislatura e ciò porta diversi gruppi parlamentari ad impegnarsi per trovare un accordo a tutti i costi, uniti, infine, da un’unica istanza politica: non andare al voto.

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