di Livia Carosi e Viola Colicchia, I E
Il 28 aprile presso il nostro bibliopoint “Beatrice Costanzo” si è svolto un incontro con l’autore di testi teatrali Attilio Scarpellini, ex-allievo del nostro istituto. Il critico teatrale e saggista, introdotto dal professor Massimiliano Biscuso, ha avuto l’occasione di presentare i suoi due testi “Figlio di cane” e “Storie, finzioni. Cinque fughe teatrali”. Il cardine della discussione verteva su una questione fondamentale riguardante la natura dei testi teatrali: essi possano essere ritenuti autosufficienti nella sola lettura o necessitano di una messa in scena per poter raggiungere il loro completo potenziale? Si è cercato di rispondere a questo importante quesito.
La professoressa Francesca Vennarucci, docente di Italiano e Latino presso il nostro liceo, ha fornito un’attenta analisi delle storie presenti nel testo “Storie, finzioni. Cinque fughe teatrali” di Scarpellini, mettendo in evidenza la loro natura “breve” e approfondendo il tema centrale, suggerito dal titolo: le fughe. Lo scrittore infatti ha affermato che le fughe sono utilizzate come opportunità per indagare il significato della storia e della memoria. Particolarmente significativo è “Africa 1941”, un dialogo tra un tenente italiano e un servitore etiope che mette in luce le forti dinamiche di potere e sottomissione durante il periodo coloniale. Un altro esempio riportato è quello del racconto “A maggio fai quel che ti pare”. La scena si svolge nel commissariato di polizia durante una delle contestazioni del ‘68 e presenta una trama molto complessa e inquietante che vede protagonisti un commissario di polizia e uno studente ignaro del passato nazista del padre. Il secondo testo, “Figlio di cane”, racconta l’incontro tra l’autore stesso, Scarpellini, e un artista ebreo russo, Vladimir Slepian, mettendo in evidenza la tensione presente tra memoria e realtà.
Mariano Aprea, docente di storia filosofia del liceo Tommaso Salvini, ha invece posto la sua attenzione su quanto il teatro di Scarpellini sia un teatro politico nel quale le figure storiche sono evocate per discutere di questioni legate alla giustizia e alla responsabilità. L’esempio fornito è quello della figura di Leni Riefenstahl, regista prediletta di Hitler che realizzò dei documentari eccellenti da un punto di vista stilistico sulle Olimpiadi di Berlino del 1936. Questa figura è fortemente legata ai temi della giustizia e della responsabilità in quanto, nel momento in cui venne processata, dichiarò di essere inconsapevole di quel che avveniva nella Germania nazista del tempo, liberandosi così da ogni tipo di responsabilità morale.
La parte conclusiva dell’incontro è stata dedicata a una lettura interpretativa, eseguita dall’attore Andrea Trapani, membro della compagnia teatrale ‘Biancofango’. Questo ha interpretato i panni di Paul Marechal, un personaggio preso da A maggio fai quel che ti pare tratta da “Storia e finzioni. Cinque fughe teatrali”.
L’incontro con Attilio Scarpellini si è rivelato un’occasione preziosa per riflettere sul significato profondo del teatro e sulla sua capacità di raccontare la storia, la memoria e la complessità dell’essere umano. Grazie anche alle analisi attente dei docenti e all’intensa interpretazione dell’attore Andrea Trapani, i presenti sono riusciti a confrontarsi con una forma d’arte che unisce parola scritta, messa in scena e riflessione etica. Questo momento di dialogo e approfondimento ha confermato quanto il teatro, anche sulla pagina, continui a interrogare il nostro presente.