Le donne in Afghanistan e Shamsia Hassani

Di Maria Ortolani 

L’ascesa al potere dei talebani negli anni Novanta ha privato le donne afghane dei loro diritti fondamentali.

La situazione è gradualmente migliorata dopo la caduta del regime talebano nel 2001 ma, ancora oggi, i diritti delle donne non sono completamente riconosciuti. 

Con il ritorno dei talebani l’emancipazione femminile delle donne afghane deve fronteggiare ancora molti divieti in diversi aspetti della vita quotidiana. Alle donne è vietato potersi spostare in autonomia o semplicemente andare a scuola per ricevere un’istruzione adeguata. L’Afghanistan è l’unico paese al mondo dove alle donne non è permesso studiare e andare in scuole superiori. Non ci sono donne al governo, né esiste un settore dell’amministrazione dedicato alla tutela del genere femminile.

Sono presenti diversi movimenti femministi. Uno dei più importanti è l’associazione rivoluzionaria delle donne in Afghanistan, organizzazione femminile socio-politica indipendente con sede a Quetta in Pakistan, che tutela i diritti delle donne e la democrazia. 

Shamsia Hassani

Nata nell’ aprile del 1988, Shamsia Hassani ha trascorso la sua infanzia in Iran, dove i suoi genitori erano emigrati temporaneamente durante la guerra in Afghanistan. Fin da piccola Hassani ha sempre mostrato particolare interesse per la pittura. Quando frequentava la prima media non aveva la possibilità di accedere alle lezioni di arte, poiché agli afghani non era consentito svolgere questo tipo di corsi in Iran. Al suo ritorno a Kabul nel 2005, ha conseguito una laurea in Arte e un master in Arti visive presso l’Università di Kabul in Afghanistan.

Successivamente ha iniziato a tenere conferenze ed è poi diventata professoressa di Disegno e Anatomia del disegno all’Università di Kabul, fondando Berang Arts, un collettivo di arte contemporanea.

 Attraverso le sue opere Hassani cerca di mascherare la negatività della guerra. L’ artista sostiene che «l’immagine ha più effetto delle parole ed è un modo amichevole di combattere».  Con la sua arte ritrae le donne afghane in una società dominante maschile.

Nel dicembre 2010, a Kabul, durante un seminario, Hassani ha studiato l’arte dei graffiti. Successivamente ha iniziato a praticare la street art sui muri delle strade della città. Una delle sue opere più celebri si trova sulle pareti del Centro Culturale di Kabul e presenta una donna in burqa seduta sotto una scala.

La sua arte trasmette alle donne ambizioni e volontà di raggiungere i propri obiettivi. Il personaggio femminile utilizzato nelle sue opere suscita il desiderio di cambiamenti positivi. I graffiti donano colore alle mura spoglie di una città continuamente soggetta a bombardamenti. 

Durante l’ultimo decennio del dopoguerra in Afghanistan le opere di Shamsia hanno portato grande serenità e destato apprezzamento da parte di tutte le donne del paese, che si identificano in queste raffigurazioni perché rappresentano una via di fuga dalla realtà oppressiva di tutti i giorni.

Le opere di Shamsa Hassani hanno ispirato migliaia di donne in tutto il mondo e hanno dato una nuova speranza alle artiste afghane del paese. Attraverso i suoi festival dei graffiti, corsi d’arte e mostre in diversi paesi del mondo trasmette libertà e speranza. 

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