Il bacio di due profughi ucraini

Di Giovanni Frascangeli

In questo particolare periodo così delicato e complicato da una situazione emergenziale pandemica (che si protrae peraltro da oltre due anni) ora poi terribilmente aggravato da una assurda disumana guerra mi piace pensare ed immaginare in positivo all’ incontro di due giovani profughi ucraini fuggiti dall’orrore della guerra che-dopo essersi persi e tanto cercati- si siano finalmente ritrovati dandosi un bacio: il primo appassionato bacio di rinascita. Mi viene in mente, a tal proposito, un fatto realmente accaduto e pubblicato sul quotidiano La Repubblica (nell’ottobre 2015) che- leggendolo- mi colpì particolarmente (ai tempi avevo solo undici anni): “il bacio di due naufraghi africani” di un uomo e una donna un tempo uniti, poi separati dal naufragio (dalla guerra e non solo), infine ritrovatisi dopo aver rischiato di perdersi per sempre. Ebbene in una situazione così terribile e disumana come la guerra in Ucraina mi piace, anzi, voglio vivamente sperare che i due ragazzi ucraini – che vivevano felici la loro vita – brutalmente catapultati nel dramma della guerra si siano, dopo essersi persi ed a lungo cercati, magicamente ritrovati. A testimonianza della loro unione che credevano dissolta per sempre nel dramma, si abbracciano e si abbandonano in modo commovente a una manifestazione di affetto naturale e umana. Il bacio è, infatti, la forma di contatto fisico tra due esseri umani per eccellenza: è la comune tipologia di espressione interculturale di amore, affetto, amicizia, rispetto, saluto, passione. A me piace associare questa manifestazione affettiva all’Arte, che da parte sua ci offre un’interpretazione notevole. Infatti molti artisti, pittori, scultori e non solo hanno immortalato la forza di questo semplice gesto nelle loro opere profondamente espressive: basti pensare per l’arte figurativa a Il bacio di Gustav Klimt, Il bacio di Francesco Hayez, Il bacio alla finestra di Edvard Munch o anche a Gli amanti di Rene Magritte; per la scultura Amore e Psiche di Canova, così come Il bacio di Auguste Rodin. La lista che potrei fare è interminabile ma sicuramente sono sufficienti gli esempi citati per comprendere il mio messaggio: l’Arte ci testimonia quanto tale forma di contatto sia carica di emozione e sentimento ma al tempo stesso ci rivela la principale caratteristica del bacio, ovvero la componente umana. Prendendo come riferimento l’opera di Klimt, è chiaro come la scena rappresentata sia l’idealizzazione più armoniosa e travolgente del bacio nel suo senso di amore e dolcezza. Io, nella mia fantasia, tra l’immagine della coppia di Klimt e quella dei due profughi ucraini scampati alla guerra, colgo delle analogie espressive fondamentali: la bellissima figura dei due amanti riportata dall’artista è immersa nel nulla più totale, rappresentato da un bozzolo dorato e da un lembo di terra fiorita. Il tutto è sublimato e impreziosito dall’oro. Anche i due sopravvissuti ucraini mi piace immaginarli in un nuovo contesto positivo, che superi per sempre l’inquietudine dei campi per i quali ipoteticamente sono fuggiti. La vastità della distesa dorata di Klimt, esprime profondità e inquietudine proprio come il loro viaggio assurdo, soli nella paura di non farcela . Così come gli amanti immortalati dal pittore austriaco hanno un vissuto comune che può averli uniti, separati o addirittura allontanati, anche i sopravvissuti ucraini hanno subito ed assistito tormenti e atrocità della guerra . La straordinarietà comune a entrambe le vicende sta nella conclusione: il bacio, che nella sua umanità e spontaneità libera apre nuovi orizzonti. Il bacio dei due profughi ucraini ispira fiducia in una rinascita dove possa nuovamente trionfare la vita e l’amore, cancellando ove possibile le terribili immagini di guerra vissute. Così come nel Il bacio di Klimt un uomo e una donna si abbracciano al centro di uno spazio astratto, l’uno avvolge il viso dell’altra teneramente con le sue mani chinandosi sul volto di lei dall’alto; analogamente nell’immagine che mi piace immaginare sono ritratti un uomo e una donna, destabilizzati da quanto appena patito, nel mezzo di una intensa guerra purtroppo ancora in essere che sfidano l’astratto per dare espressione al loro amore, alla loro gioia, commossi ma felici di essersi ritrovati vivi, reduci dalla guerra . Facendo immaginare la sofferenza altrui, immedesimando gli altri in coloro che la provano, necessariamente ridimensiono le considerazioni amare e ostili e i pensieri inespressivi di chi non prova sentimento, di chi mosso solo dall’amore per il potere provoca inutili quanto terribili guerre colpendo disumanamente anche civili: bambini e donne. Ecco perché l’umanità -di cui il bacio è l’emblema- è importante, perché sprigiona l’amore ostacolato e intrappolato dall’odio. L’umanità incarna le caratteristiche e il fine che, a mio parere, devono avere i messaggi sociali promossi contro ogni forma di guerra. Generando compassione pena e turbamento emotivo essa incarna quel senso di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri necessari a contrastare l’odio e la sete di potere: solo così nella nostra società si potrà ripudiare ogni forma di guerra, cosi come stabilisce la nostra stessa Costituzione.

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